Il Semplice Segreto per Inseguire i Grandi Obiettivi che ci Poniamo nella Nostra Vita
Tempo fa, chiacchierando con un caro amico musicista, gli ho chiesto se fosse in grado di prevedere quali, tra i suoi allievi, alla fine sviluppasse le capacità musicala che andavano cercando. Mi ha risposto dicendo che negli anni ha insegnato a decine di persone a suonare la chitarra e ha imparato a prevedere chi imparerà a suonare bene osservando alcuni aspetti importanti. Primo fra tutti la capacità di tollerare ed apprezzare la musica atroce che producono da principianti!
Se qualcuno, durante le prime lezioni, gli racconta di come si immagina di essere applaudito per la sua grande abilità o come vuole diventare famoso e suonare in un gruppo rock, sa già che ci saranno importanti frustrazioni in arrivo. Infatti, in questa fase iniziale dell’apprendimento, sono molto lontani da qualsiasi risultato di questo tipo, e avere un obiettivo così elevato renderà l’apprendimento delle basi molto più difficile, perché le conseguenze “immediate” dominano sulle conseguenze “ritardate”.
Qualunque sia l’obiettivo che cerchiamo di raggiungere, i nostri primi passi saranno molto probabilmente meno che perfetti. Ci saranno molti inciampi, cadute e trascinamenti. Questo è normale e naturale. Eppure la nostra mente ci giudica spesso per non essere all’altezza di ciò che pensiamo dovrebbe essere il nostro progresso. Ci convinciamo che il successo è uno stato finale, piuttosto che un processo di apprendimento continuo, e ci sorprendiamo fare pensieri come questi:
“Mi sentirò sicura quando sposerò un coniuge attraente”;
“Non lotterò più contro il dolore della mia infanzia quando sarò famoso”;
“Smetterò di preoccuparmi del futuro quando avrò molti soldi”;
“La mia ansia e i miei dubbi se ne andranno quando avrò una promozione”.
Raggiungere gli obiettivi: il ragionamento simbolico
Distogliamo la nostra attenzione dal valore intrinseco dei nostri sforzi attuali (compreso l’apprendimento che possiamo trarre dai nostri inciampi) e ci concentriamo sulla necessità di raggiungere un risultato e su ciò che esso significherà per noi. E tutto questo per soddisfare il nostro desiderio di essere riconosciuti competenti.
Tutti noi desideriamo essere in grado di agire efficacemente nel mondo: vivere, amare, giocare e creare con abilità. Questo inizia alla nascita e i bambini lavoreranno per molte, molte ore imparando a fare le cose più semplici. Quando mia figlia di 10 anni mi chiede se questa o quell’altra cosa è difficile, rispondo sempre dicendole che anche imparare a camminare è stato difficile per lei, eppure adesso lo sa fare con una certa destrezza.
Ma poi arriva il ragionamento simbolico e la soluzione dei problemi e all’asilo la mente cerca già di soddisfare questo desiderio di riuscita, concentrandosi sul risultato finale della competenza, piuttosto che sui singoli piccoli passi lungo il percorso.
Ironia della sorte, questo spesso ci fa sentire sopraffatti e spaventati, e compromette la nostra ricerca della competenza portandoci a procrastinare o addirittura a un workaholism.
Scommetto che molti di noi ricordino ancora oggi i momenti in cui hanno “fallito” all’asilo o alle elementari, rabbrividendo ancora oggi, a distanza di anni! Non ricordiamo, invece, le centinaia di volte in cui non siamo riusciti nemmeno a fare un passo e a mantenere l’equilibrio, cadendo sul nostro sedere “pannolinato”. Eravamo troppo giovani e stavamo ancora guadagnando felicemente la competenza per tentativi ed errori. Ma solo un paio d’anni dopo la mente simbolica si mette in moto ed iniziano i guai.
Ricordo che all’età di cinque anni una maestra d’asilo mi chiese: “Che altro possiamo fare per pulirci i denti, se non lavarci i denti?” La fissavo in modo imbarazzante mentre la mia mente era intellettualmente brillante come una ciotola di latte e cereali. Poi mi è arrivata l’illuminazione! Ce l’avevo! E prima che potessi dire qualcosa, una bambina accanto a me disse: “Mastica una gomma senza zucchero“.
Quella era la mia risposta! Aaaagh! Ho mandato tutto all’aria.
Ancora rabbrividisco di imbarazzo ricordandolo…ben 38 anni dopo! Nessun altro se lo ricorda. Non importa a nessuno.
Se vogliamo veramente raggiungere i nostri obiettivi, dobbiamo far perno sul bisogno e desiderio di competenza per costruire abitudini basate su valori che siano veramente significative per noi, pur permettendoci di provare un errore, invece di aspettare che la soluzione cada dal cielo.
Ed è più facile di quanto si possa pensare.
Come raggiungere i tuoi più grandi obiettivi
Il comportamento tende a rafforzarsi. Facciamo quello che facciamo, perché è quello che abbiamo sempre fatto. Questo può diventare un problema quando cadiamo in abitudini rigide, ma può anche liberarci quando sappiamo come approfittarne. Piccoli cambiamenti comportamentali possono creare enormi cambiamenti nel tempo. Il trucco è calibrare i propri sforzi.
All’inizio è meglio fare piccoli e rapidi cambiamenti.
Se vogliamo leggere di più e guardare meno televisione, iniziamo evitando di guardare la televisione fino a quando non avremo letto per 30 minuti. Anche se l’impegno che abbiamo deciso è già piccolo, può aiutare renderlo ancora più piccolo. Facciamo 15 minuti di lettura, o eliminiamo un programma che pensiamo sia poco arricchente o stimolante.
Non importa quanto piccolo sia il cambiamento, l’importante è che si facciano progressi. Questo può anche aiutare con la tendenza a procrastinare, perché anche pochi minuti di lavoro sul compito normalmente evitato ci aiuterà a rimetterci in marcia già quel giorno o il giorno dopo, invece di cadere nella tana del coniglio di rimandare le cose per periodi prolungati.
E se ci capita una “ricaduta”, ricordiamo di essere gentili, e la prossima volta piuttosto rendiamo il nostro obiettivo ancora più piccolo.
Ci sono eccezioni ad ogni regola. Non si può saltare attraverso un canyon in due passi. Ad esempio, se abbiamo provato l’approccio consolidato di riduzione del danno per affrontare una dipendenza e non ha funzionato, potrebbe essere il momento di impegnarci a fondo nella sobrietà.
Raggiungere gli obiettivi avendo flessibilità psicologica
La buona notizia è che le abilità di flessibilità psicologica aiutano in questi salti impegnativi. Si può imparare ad abbracciare la sensazione di fallimento quando si commettono degli errori, così come si è abbracciata la sensazione che il proprio sedere “pannolinato” abbia colpito il pavimento – per poi rialzarsi prontamente. Impariamo a sviluppare la competenza alla vecchia maniera: un passo alla volta, fatto ripetutamente, e impariamo man mano che procediamo.
Costruiamo sempre le nostre abitudini attraverso ciò che facciamo ogni giorno. E mentre la costruzione delle abitudini è un processo che avviene momento per momento, spesso cadiamo nella trappola di concentrarci troppo sui risultati perfetti. Quando cerchiamo di cambiare le nostre abitudini in un colpo solo, i nostri sforzi tendono a portare alla procrastinazione, all’impulsività o al workaholism. Possiamo invece imparare a concentrarci sul processo di costruzione continua delle abitudini in piccoli passi legati alla costruzione di abitudini più grandi tenendo a mente i valori dell’amore, della cura, o di qualsiasi altro valore scelto. Insomma, impariamo a suonare bene una canzone prima di passare a quella successiva. E procediamo in base alla difficoltà e alle nostre capacità.
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