Una Breve Riflessione da parte di un Terapista
Ognuno sperimenta l’ansia sociale in modo diverso. E non solo perché questo tipo di ansia può essere scatenata da una vasta gamma di situazioni, che vanno dal parlare in pubblico, al fare semplice conversazione o andare agli appuntamenti di lavoro. Inoltre, il sentimento stesso dell’ansia in sé si manifesta di solito in modi diversi: non sempre ha lo stesso aspetto o produce la stessa sensazione. Anzi, questo succede piuttosto raramente.
Ecco alcuni modi comuni in cui l’ansia sociale spesso si manifesta, insieme ai consigli su come provare ad affrontarla.
Riformulare le nostre preoccupazioni
A volte, proviamo l’ansia più intensa quando ci aspettiamo un evento sociale prossimo o imminente. Iniziamo a preoccuparci non appena veniamo a conoscenza di un evento sociale (ad esempio, riceviamo un invito per una festa o ci viene assegnato un incarico di lavoro che comporterà una presentazione). Entriamo nella testa delle altre persone e affrontiamo un milione di scenari diversi in cui le cose andranno male. Potremmo anche arrivare a convincerci che sarà un disastro e che non ci sarà alcuna possibilità di evitare il tracollo. Potremmo andare nel panico. Potremmo addirittura rimanere come congelati. Insomma, potremmo fare avere decine di pensieri diversi, che rischieranno di auto sabotarci.
A volte, potremmo essere in grado di evitare del tutto la situazione, sperimentando così un sollievo a breve termine – a costo di non imparare mai che non sarebbe stato così drammatico come avevamo previsto. Altre volte, invece, potremmo non essere in grado di evitare la situazione e potremmo non avere altra scelta che affrontarla con grande angoscia (o ricorrere a “stampelle” come il bere un goccetto prima della prova o prepararci all’eccesso).
Quando proviamo molta ansia e preoccupazione, potrebbe essere utile praticare esercizi di “riframmentazione“ al fine di cambiare il nostro modo di pensare a queste situazioni.
Alcune domande utili da porsi potrebbero essere:
1) Quali sono le reali probabilità che si verifichi la conseguenza temuta?
2) Se dovesse accadere, qual è la peggiore delle conseguenze?
3) C’è un altro modo di interpretare questa situazione?
4) Cosa diremmo ad un amico in una situazione simile?
Un altro esercizio da provare è quello di avvicinarsi gradualmente e lentamente a quelle situazioni che siamo tentati di evitare a causa della nostra ansia. Questo si chiama “esposizione” ed è un processo molto complesso, perché comporta il fare quelle stesse cose che ci rendono ansiosi. Come tale, si raccomanda di praticarlo sotto la cura e la guida di un professionista della salute mentale.
Fare spazio alla nostra ansia
Alcune persone possono provare l’ansia più intensa quando si trovano in mezzo alla temuta situazione sociale. Questo si manifesta spesso come ansia fisica: potremmo ritrovarci a sudare, tremare o arrossire. Può anche assumere la forma di ansia mentale – esitiamo e non sappiamo cosa dire o ci diciamo subito d’accordo con le opinioni degli altri, anche se sono lontane dalle nostre. In questi casi, possiamo facilmente perdere il conto di una conversazione, andare fuori sincronia con le altre persone e diventare più ansiosi.
Quando proviamo molto panico “al momento“, può essere utile praticare esercizi di consapevolezza. Questi possono insegnarci ad abbracciare la nostra ansia senza cercare di combatterla o lasciarla arrivare alla testa. In questo caso, può essere utile praticare esercizi di “defusione” da un tipo di terapia chiamata “Terapia dell’accettazione e dell’impegno”. In poche parole, questi ci insegnano a osservare e a permettere pensieri negativi senza cercare di allontanarli dalla consapevolezza, ma piuttosto “entrandoci dentro”.
Lasciar andare le ruminazioni
Infine, a volte ci impegniamo in grandi riflessioni su come ci siamo comportati in una situazione sociale. Questa si chiama “elaborazione post-evento” e consiste fondamentalmente nel rimettere in discussione ogni piccolo aspetto della nostra performance attraverso una lente negativa. Ci critichiamo per quello che abbiamo detto (o non abbiamo detto) e ci rimproveriamo per cosa abbiamo fatto. Ci convinciamo di aver fatto un gran casino e finiamo per affogare in un mare di pensieri negativi. Potremmo sentirci completamente inadeguati e inutili. Potremmo diventare senza speranza.
Tutto questo ci fa sentire meno sicuri delle nostre capacità sociali, e così diventiamo più propensi a preoccuparci delle future situazioni sociali. Come tali, siamo intrappolati in un circolo vizioso di voci sul passato e di preoccupazioni per il futuro.
Quando ci impegniamo in molte elaborazioni post-evento, può essere utile iniziare a praticare esercizi di reframing simili a quelli descritti sopra.
Così, per esempio, possiamo chiederci:
1) Quali prove abbiamo che la situazione non sia andata bene?
2) Abbiamo prove del contrario?
3) Cosa diremmo ad un amico in una situazione simile?
E poi, possiamo spostare l’attenzione sull’identificazione di quegli aspetti dell’esperienza che sono andati bene e costruire quelli futuri basandoci su questi.
In questo caso:
1) Possiamo pensare a una cosa che sia andata relativamente bene?
2) Quali sono le cose che possiamo fare in modo diverso la prossima volta?
3) Quali sono le cose che non possiamo cambiare?
Questi sono solo semplici suggerimenti, che ciascuno può provare ad applicare, declinandoli nel modo in cui ritiene più efficaci in base alle proprie caratteristiche.
Come sempre, tenete presente che questi post sono solo a scopo educativo e non costituiscono un consiglio clinico. Se sospettate che voi, o qualcuno nella vostra vita, stia lottando con un problema di salute mentale, consultate un professionista.
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