La psicologia dello sport si configura come una delle tante branche specialistiche in cui la psicologia si divide. Oltre ad avere un target specifico, e cioè coloro che praticano un’attività sportiva a qualsiasi livello, dilettantistico o professionale, sia che si tratti di sport individuali che di squadra, si differenzia dalla “genitrice” per il fatto che non ha un obiettivo legato al superamento di un disturbo o un problema che affligge il paziente nella quotidianità. O per lo meno, non in modo cosi chiaro. Di solito chi si rivolge a me per una consulenza di questo tipo richiede un intervento mirato ad una difficoltà specifica nell’attività che si svolge.
Possiamo quindi dire che l’intervento in questi casi è molto più diretto e circoscritto rispetto all’ambito tradizionale in cui uno psicologo si trova ad operare.
Il cliente può richiedere un consulto per un problema di ansia che però si manifesta in maniera specifica in determinate condizioni legate all’attività sportiva, per esempio in prossimità o durante una gara o una partita. E tale ansia si rivela un nemico pericoloso perché non permette il giusto livello di concentrazione, inficiando cosi la performance.
In casi come questi, si cerca di lavorare in maniera specifica sulle differenze, per esempio, tra ciò che avviene durante gli allenamenti e ciò che invece avviene durante la performance, aiutando il cliente a trasferire risorse da una situazione all’altra. Normalmente si utilizzano delle tecniche di rilassamento e visualizzazione che consentano al cliente di vivere delle esperienze positive e rilassanti, facilmente traducibili in azioni da eseguire durante la performance.
In alcuni casi la consulenza ha una durata breve, finalizzata al superamento dell’impasse in cui il cliente si trova. In altri può esserci l’esigenza da parte dello stesso di continuare anche una volta sviluppate le risorse necessarie al miglioramento della performance, magari con un diradamento delle sedute e un lavoro di “mantenimento”.
In ogni caso, la psicologia dello sport mira a risolvere la richiesta specifica del cliente e non necessariamente apre ad ambiti più profondi. Anche in questo caso, come nell’ambito tradizionale, è il cliente a portare la richiesta e il terapeuta ad accompagnare, sempre pronto a fare un passo indietro se richiesto.