Empatia e Accoglienza: Due Vie Alternative all’Educazione dei Nostri Figli
Terza articolo dedicato a “Il Metodo Danese”. Oggi prenderemo in considerazione due importanti concetti educativi: l’empatia e gli ultimatum.
Leggete l’articolo e fatemi sapere cosa ne pensate.
E per EMPATHY (Empatia)
Empatia. Una parola che negli ultimi anni è diventata quasi di moda. Ma cosa significa veramente? Grazie a “Il Metodo Danese” potremo coglierne il significato e vedere come essa si declina nella vita di tutti i giorni.
L’Empatia: Questa Sconosciuta?
L’empatia è la capacità di riconoscere e comprendere i sentimenti e le emozioni altrui. In parole semplici: “indossare i panni dell’altro”. Se volessimo cercare una parola che si opponga ad empatia, questa potrebbe essere “narcisismo”. Il narcisista è colui che si preoccupa cosi tanto di sé, da perdere di vista il bene altrui. Ovviamente ci sono molti livelli di narcisismo. Solo quelli più estremi sfociano nella patologia. Molti degli altri possono semplicemente risultare “antipatici”.
Empatia Vs Narcisismo
Ciò che idealmente collega questi due concetti, empatia e narcisismo, sono le relazioni sociali. Nella nostra società temiamo molto il giudizio altrui, e per questo tendiamo a nascondere le nostre fragilità. Tale atteggiamento ci mette nelle condizioni di creare sempre più distanza e meno vicinanza. Una rete sociale che sostiene anziché giudicare creerebbe le condizioni per le quali starebbero tutti meglio.
L’Empatia è un Dono Che Abbiamo Fin Dalla Nascita
A livello evolutivo, l’empatia si configura come una caratteristica necessaria per l’essere umano. E inoltre essa è assolutamente innata: saremmo biologicamente predisposti ad essere collegati gli uni agli altri.
L’empatia si sviluppa fin dai primi scambi tra madre e bambino. Il piccolo impara a sintonizzarsi sullo stato emotivo della madre e poi su quelli degli altri. Per questo è importante che i genitori siano consapevoli del loro ruolo nel determinare lo sviluppo dell’empatia. Il Metodo Danese sottolinea come il rapporto con i figli determinerà o meno la capacità di sviluppare questa caratteristica innata. Bambini che crescono in contesti di abuso o di iperprotezione potranno incontrare notevoli difficoltà nello sviluppo dell’empatia.
All’empatia sono collegati anche altri comportamenti di cui spesso si parla in questi anni. Uno di essi il bullismo: il Metodo Danese ribadisce l’importanza dell’empatia come chiave per contrastare il bullismo. Crescere figli sicuri di sé, capaci di mettersi nei panni altrui, diminuirà i rischi che questi da grandi mettano in pratica comportamenti da bulli. Inoltre contribuirà a creare adulti in grado di coltivare relazioni significative e profonde. E le relazioni sono uno dei fattori principalmente responsabili del nostro benessere.
N per No Ultimatums (No Ultimatum)
E qui si apre un mondo. Gli ultimatum: utili o dannosi? Secondo Il Metodo Danese più dannosi che utili. Vediamo perché.
A Quale di Questi Genitori Pensiamo di Somigliare di Più?
Partiamo col distinguere tra quattro diverse tipologie di genitori.
Autoritari: genitori esigenti e non responsivi. Chiedono obbedienza e hanno standard molto alti. Spesso i figli di tali genitori mostrano difficoltà relazionali, bassa autostima e tendenza alla depressione.
Autorevoli: esigenti ma responsivi. Anche qui ci sono standard elevati, accompagnati da supporto educativo. I figli dei genitori autorevoli sono socialmente e intellettualmente molto capaci.
Permissivi: molto responsivi ma poco esigenti circa il comportamento maturo da parte del figlio. I bambini mostrano difficoltà sociali e comportamentali.
Disimpegnati: genitori né responsivi, né esigenti. Spesso crescono figli con difficoltà scolastiche, comportamentali e sociali.
Lo Stile Autorevole Come Esempio Virtuoso
Se avete letto i miei articoli su Il Metodo Danese fino ad oggi, non sarà difficile immaginare quale sia lo stile che maggiormente si avvicina a quello utilizzato in Danimarca. Esatto: lo stile autorevole. L’idea di fondo è che i genitori stabiliscano le regole e si aspettino che i figli le seguano. Facile no? Mi sembra già di sentire le prime obiezioni, assolutamente legittime. Il fatto è che l’atteggiamento danese ha alle spalle un contesto culturale di riferimento costruito negli anni. Chiaramente per noi italiani, cresciuti con idee e valori educativi stereotipati, non è sempre facile adottare punti di vista alternativi. Ma potrebbe valerne la pena provarci. Soprattutto pensando che le buone scoperte vengono poi tramandate nel tempo.
Paura o Gentilezza? Chi Vince Secondo Voi?
Il concetto alla base del pensiero danese è che fermezza e gentilezza funzionino meglio di perdita di controllo e ultimatum. Cosi facendo sicuramente si contribuisce a creare un’atmosfera più serena e collaborativa. Inoltre educare al rispetto, e non alla paura, crea le condizioni per crescere figli che saranno genitori autorevoli a loro volta. A chi piace vivere nella paura? Immaginate di lavorare in un contesto dove chi sta sopra di voi vi minaccia costantemente, pretendendo rispetto e risultati. Voi come vivreste tutto ciò? Sarebbe un incentivo? Sareste sereni? O preferireste un contesto lavorativo dove il vostro ruolo venga rispettato e riconosciuto?
Sentiamoci Liberi di Essere Noi Stessi
Spesso temiamo di essere giudicati come “cattivi genitori” quando i nostri figli mostrano atteggiamenti aggressivi in pubblico. Ricordiamo che dovremmo preoccuparci dei nostri valori e di ciò in cui crediamo, piuttosto che di ciò che crediamo possa pensare un passante. Anziché ripetere modelli acquisiti culturalmente e familiarmente, proviamo a fare qualcosa di nostro, di diverso. Ma qualcosa in cui crediamo.
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