La Terapia Online ai Tempi del Coronavirus: una Nuova Esperienza e una Nuova Metodologia Lavorativa
Mai come in questo periodo è capitato a me e ai miei colleghi di lavorare utilizzando le nuove tecnologie. Ammetto fin da subito che avevo nei confronti di queste un atteggiamento di perplessità in quanto strumenti che, per il mio personale punto di vista, poco si prestavano per il nostro lavoro. Immaginavo infatti che l’impossibilità della co-presenza nella stessa stanza, nello stesso momento, rendesse le cose molto più fredde e sterili. Temevo che sarebbe stato facile distrarsi a causa delle difficoltà di mantenere il contatto visivo e che la presenza del monitor avrebbe “aumentato” la distanza.
Oggi, ad un mese dall’inizio del “lockdown” che ha sconvolto le nostre abitudini, mi ritrovo a dire che mi ero sbagliato. In questo mese, ho lavorato esclusivamente attraverso le videochiamate e ho avuto la possibilità di toccare con mano uno strumento a me sconosciuto. Ammetto che i primi colloqui sono stati piuttosto “ostici” nel senso che avevo bisogno di trovare il mio modo di approcciarmi a questo nuovo metodo di lavoro. Nel giro di una manciata di sedute però, sento di essere riuscito a “cucirmi addosso” questa nuova metodologia lavorativa, personalizzandola secondo le mie esigenze e secondo il mio stile di fare terapia. Credo infatti sia estremamente importante riuscire a “piegare” le opzioni offerte dalla tecnologia secondo le proprie caratteristiche e bisogni. Credo fosse proprio la preoccupazione che ciò non fosse possibile, a rendermi “allergico” alla possibilità di utilizzare questi strumenti.
La Terapia Online: abbattere i pregiudizi
Rendermi conto di quanto sia, invece, possibile esprimersi anche attraverso uno strumento così apparentemente rigido e strutturato. Ciò non significa che ho modificato il concetto di videochiamata o chissà cosa, ma semplicemente che mi sono reco conto di quanto vivere una esperienza nuova e per certi versi apparentemente poco affascinante, mi abbia permesso di “metterci del mio” rendendo quella stessa esperienza qualcosa di gestibile.
Ora, può sembrare un successo discutibile, ma è un interessante riconoscimento su come certi “pregiudizi” possano, a volte, inibirci dal fare o vivere certe esperienze.
Immagino, infatti, che le mie resistenze possano avere una controparte anche nei potenziali clienti. Non tutti hanno ovviamente accettato di passare alla modalità online. Comprensibile e rispettabile. Ma a volte, negarci a prescindere un’opportunità, ci limita nella possibilità di scoprire qualcosa di noi, che ha a che fare con noi stessi e con il nostro modo di affrontare le cose. Prima di rifiutare un’esperienza nuova potrebbe essere utile per lo meno provarla realmente. Solo allora avremo i dati necessari per poter fare una valutazione reale, tenendo conto delle sensazioni vissute e delle nostre reazioni.
Quando ci fermiamo ad osservarci riusciamo a cogliere degli aspetti di noi che spesso diamo per scontati. E cosi facendo, ci diamo anche la possibilità di cambiare.
Leggi anche l’articolo correlato: “Coronavirus” e “La Quarantena“.