La Dipendenza
Ho scelto questo titolo perché la dipendenza è davvero una brutta bestia. E i modi in cui essa si manifesta ormai sono tantissimi. È passata molta acqua sotto i ponti dai tempi in cui parlare di dipendenza significava parlare di droghe. E nello specifico significava parlare di eroina. Solo dopo molti anni il cerchio si è allargato e ha cominciato a comprendere altre droghe altrettanto pericolose, altre apparentemente meno (le cosiddette “droghe leggere”), fino a comprendere comportamenti che a volte, per questioni “culturali” non venivano affatto scambiati per dipendenza, come l’alcolismo, soprattutto in alcune zone del nostro paese. Negli ultimi anni il tema della dipendenza si è ulteriormente allargato cominciando a comprendere anche comportamenti e atteggiamenti dipendenti in assenza di una reale sostanza da assumere. E qui mi riferisco alla dipendenza dal gioco d’azzardo, dal sesso, da internet e via discorrendo.
Tante Forme di Dipendenza, un’unica Causa?
Questa domanda, se solo trovasse una risposta univoca, potrebbe farmi diventare ricco e famoso e ricordato dai posteri come colui che ha individuato una causa (e quindi forse anche una cura) per le diverse forme di dipendenza. Chi segue il mio blog, sa già che per questioni professionali e di formazione non credo ai rapporti causa effetto, soprattutto quando l’ambito di interesse è cosi ampio e complesso come quello delle dipendenze patologiche. Mi viene in mente una frase, vergata su un muro di un comune in provincia di Torino, dove si diceva che “dietro ogni dipendenza, si nasconde una mancanza”. Questa frase mi è rimasta molto impressa. Mi sono più volte chiesto se a scriverla sia stato un “addetto ai lavori” o un “esperto per esperienza personale”. Rimane ancora l’opzione “nessuno dei due”, ma mi interessano di più queste due posizioni. Già, perché tutto sommato, chi ha scritto quella frase, non è andato molto lontano dalla verità. O per lo meno, da una verità che ho esperito direttamente nel corso dei miei cinque anni come operatore di comunità, oltre che per questioni di studio.
Mancanze? Ma se ha avuto sempre tutto!
Parlare di mancanze nella nostra società del benessere, può sembrare fuorviante. Il termine benessere lo riferisco alla quantità di extra che possediamo o che ci concediamo nella nostra vita. E di conseguenza anche allo spreco che determiniamo. Ma le mancanze di cui sopra non hanno praticamente mai a che fare con gli aspetti materiali della vita. Negli anni in comunità ho conosciuto ragazzi provenienti da famiglie abbienti cosi come dalle case popolari. Mentre qualche decennio fa, le differenze sociali potevano, e sottolineo potevano, essere una variabile da tenere in considerazione, negli ultimi anni il concetto di dipendenza è diventato piuttosto democratico. E in questo processo di democraticizzazione non ha più badato al fatto che si fosse ricchi o poveri, ma piuttosto che ci fossero dei vuoti da riempire. Dei vuoti affettivi. E niente meglio di una dipendenza contribuisce a riempirli.
E quale potrebbe essere una mancanza affettiva che potrebbe determinare un futuro rapporto di dipendenza da qualcosa? Beh, questa è una domanda davvero troppo generica, perché la storia di ognuno si intreccia con quella degli altri in modo unico. È su questo aspetto che lo psicologo può intervenire insieme con il paziente: ricomporre i pezzi del passato per dare un senso al proprio presente. E da quel senso, provare a gettare le basi per un futuro diverso, partendo sempre e comunque da una consapevolezza che nasce nel “qui ed ora”.
Non dimentichiamo che ci possono essere situazioni in cui la dipendenza di cui si parla è una dipendenza di tipo relazionale, per la quale il nostro paziente non riesce a prendere le distanze o si sente impotente di fronte ad una persona specifica importante nella propria vita. Spesso questa situazione la si vive nei confronti di un partner, ma altrettanto spesso può esprimersi nel rapporto con i genitori o i fratelli. Le relazioni significative della nostra vita hanno spesso una eco anche a distanza di molti anni. Anche quando abbiamo a che fare con persone che apparentemente non c’entrano nulla con il nostro passato e la nostra storia personale.
Per poter essere consapevoli del nostro presente, è importante decidere di affidarsi ad uno psicoterapeuta con il quale ricostruire la propria storia. Ammettere di avere un problema, di qualsiasi tipo esso sia, è davvero il primo grande passo verso il cambiamento. E una consapevolezza del genere esprime una grande forza di volontà, che troppo spesso viene scambiata per debolezza. Chi soffre di una qualsiasi forma di dipendenza sta lasciando che le proprie fragilità e i propri bisogni prendano il sopravvento, direzionando però le proprie mire verso bersagli non cosi funzionali come potrebbero sembrare. L’aiuto di un professionista ha proprio quell’obiettivo: aiutare il paziente a recuperare le proprie risorse, trasformando le fragilità in punti di forza. E nel fare questo, riuscire anche ad aggiustare la mira per centrare il proprio bersaglio.