Riflessioni sul Tema della Morte e del Lutto Partendo da un’Attenta Analisi della Serie Tv “After Life”
“After Life” è una serie tv inglese in onda su Netflix. Da pochi giorni è disponibile la seconda stagione che, come la prima, consta di 6 episodi di circa mezz’ora ciascuno. Una serie tv che si consuma in breve tempo.
“After Life” parla di una tema scomodo e difficile: la morte e le conseguenze che ne derivano per chi si trova a piangere qualcuno che non c’è più. La visione di questa serie, che io personalmente ho trovato molto bella e ben realizzata, mi ha dato lo spunto per fare alcune riflessioni su un tema ancora oggi piuttosto difficile da affrontare ma che inevitabilmente tocca ognuno di noi in maniera irreversibile. Perché la morte fa parte della vita e lascia inevitabili ferite in coloro che la devono sostenere e sopportare. Le sue conseguenze si riflettono in modo evidente su coloro che dalla morte non vengono colpiti direttamente.
Forse anche a causa di quanto sta succedendo a livello mondiale, la morte e il lutto sono diventati un tema quanto mai quotidiano. Ma questa volta, a differenza di molte altre notizie di cronaca in cui la morte aveva un ruolo da protagonista, sembra percepirsi un livello maggiore di rischio di essere “toccati” da essa. Siamo abituati a sentire notizie di morte: guerre, attentati, eventi naturali. Ma quasi sempre la sensazione è quella di avere a che fare con un rischio remoto, lontano nel tempo e nello spazio.
Una Serie Tv che tratta il tema della morte: qual è la trama di “After Life”?
Nella serie di cui sopra il tema è la morte per cancro della moglie di Tony, il protagonista. Tony è un personaggio schivo e poco propenso alla compassione. La morte della moglie l’ha reso ancor più cinico e sarcastico di quanto forse non fosse già. In lui convivono gli aspetti tipici dello humor inglese con una vena noir che sembra rendere tutto più leggero. Ed in effetti, in alcuni momenti non sembra quasi che si stia parlando di un tema tanto delicato. Ma poi arrivano le bombe. E li si sente una sofferenza senza limiti. Il vuoto lasciato dalla perdita dell’amato diventa un abisso nel quale Tony vorrebbe più volte lasciarsi cadere.
“After Life” mi ha fatto ridere in maniera sorprendente, soprattutto per gli aspetti grotteschi dei personaggi che fanno da contraltare a Tony, e piangere in modo improvviso e sincero. Perché alla fine ognuno di noi ha avuto a che fare con un lutto importante. E i ricordi sono spesso pronti a riaffiorare in superficie senza molti preavvisi. Arrivano e basta. E allora forse è giusto lasciarsi andare ad un’emozione che urla e vuole esplodere.
La serie ruota attorno al cambiamento di Tony, che si lascia attraversare dal dolore, vivendolo in pieno, grazie anche alle persone che gli stanno vicino e che, in modo reciproco, lo aiutando e vengono da lui aiutate. In molte scene vediamo Tony impegnato a rivedere video di vita quotidiana trascorsa insieme alla moglie. Ed è proprio questo particolare che mi ha spinto a riflettere su un aspetto piuttosto “nuovo” della morte nel ventunesimo secolo: la presenza del defunto in video. Questo non è per niente un fatto scontato, soprattutto perché viviamo in un’era in cui ormai i video li facciamo con il nostro smartphone. Certamente avevamo la possibilità di filmarci in passato, ma mai come oggi è diventato qualcosa di semplice e alla portata di tutti. Le fotografie sono sempre state uno strumento utile per ricordarci di chi non c’è più, ma il video è qualcosa di estremamente più potente. Possiamo vedere quella persona muoversi e sentirla parlare all’infinito. E questo non è un aspetto di poca importanza.
Com’è cambiato il concetto di morte nell’era della tecnologia?
Ho perso mio padre nel 2003 e da allora non ho mai più sentito la sua voce né l’ho visto muoversi. Semplicemente, non esistono video in cui lui sia presente. E spesso questo è stato motivo di profonda tristezza per me. Ma allo stesso tempo mi chiedo che impatto avrebbe avuto su di me se ciò fosse stato possibile. Avrei fatto come Tony che quasi tutti i giorni riguarda i video in cui è presente anche la moglie? Come incide tutto ciò sull’elaborazione del lutto? Lo aiuta? Lo pregiudica? Credo sia un interrogativo su cui valga la pena concentrarci perché anche il concetto di morte e lutto sta cambiando in modo radicale. A rifletter su questo cambiamento ci aiuta Davide Sisto, filosofo e tanatologo torinese, che negli anni si è occupato proprio di quella che viene definita “digital death”. Nei suoi ultimi due libri si parla proprio di come sia cambiato il concetto di morte alla luce delle nuove tecnologie.
La morte e il lutto stanno cominciando ad indossare abiti nuovi. Non più solo qualcosa da vivere in maniera riservata, isolata da occhi indiscreti, ma anche qualcosa che può essere condiviso utilizzando i mezzi che la tecnologia ci mette a disposizione. Non voglio entrare nel merito della questione, circa la “giustezza” o meno dell’una o dell’altra posizione. Credo però sia necessario e importante tenere conto che queste potenzialità avranno un peso sempre maggiore su quello che è stato, finora, il nostro modo di entrare in relazione con l’aspetto più straziante e meno comprensibile della vita stessa.
“After Life” parla anche di vita. La vita che rimane. La vita di chi deve sopportare la morte di qualcuno di cosi importante. E che di quella vita, deve necessariamente trovare un senso. Un nuovo significato. Tony se lo chiede più volte. Non si da mai una risposta. Ma in qualche modo la risposta la trova poco per volta, nelle cose che gli accadono ogni giorno. E che lui contribuisce a far accadere. Si perché senza la sua disponibilità al cambiamento, non sarebbe possibile per lui fare alcunché. E allora la morte della moglie sarebbe un macigno insopportabile. E la vita un contenitore vuoto che non sappiamo come riempire.
Sicuramente la morte è un argomento molto personale e privato. Alcune volte assolutamente inspiegabile e apparentemente impossibile da sopportare.
Questo articolo è stato scritto con la consapevolezza che non esiste un modo unico per gestire e affrontare le grandi sfide che la vita ci pone di fronte. E proprio per questo dobbiamo attingere a tutte le risorse che abbiamo, anche quelle più nascoste.
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